Se smarthpone e pc durassero di più, meno CO2 nell’ambiente

Allungare la “vita” dei principali apparecchi elettronici che usiamo anche di un solo anno rispetto all’attuale media, consentirebbe all’Unione Europea di risparmiare emissioni di CO2 pari a quelle di 2 milioni di automobili ogni anno. Se gli anni di vita in più fossero 5 si eviterebbero quasi 10 milioni di tonnellate di CO2 l’anno entro il 2030 (o le emissioni di 5 milioni di auto). È quanto sostiene l’European Environmental Bureau (EEB) nel nuovo rapporto, dal titolo Coolproducts don’t cost the Earth, in cui ha stimato l’impatto climatico dei principali prodotti di elettronica domestica in base al loro utilizzo e all’energia consumata per realizzarli.

Ciò che gioca a sfavore e che determina un fortissimo impatto sull’ambiente è quella che è stata definita obsolescenza programmata, che per l’elettronica è massima e alimenta il consumismo e l’utilizzo di dispositivi al limite dell’usa e getta.

Gli smartphone, per esempio, hanno una durata media in Europa di appena tre anni. I portatili e gli aspirapolvere vivono leggermente di più (circa sei anni), mentre le lavatrici raggiungono quasi un record in questo contesto, con 11,4 anni di vita media.

I nostri dispositivi elettrici non durano quanto prima. La loro vita utile sta diminuendo e sta diventando sempre più difficile e costoso ripararli o sostituire parti chiave come uno schermo rotto. Qualunque sia la ragione, fabbricare ripetutamente nuovi prodotti per sostituire quelli vecchi non è solo una brutta notizia per i portafogli dei consumatori, ma sta aumentando drasticamente la minaccia del cambiamento climatico”, spiegano gli autori del rapporto.

Qualcosa si è fatto, ma è ancora poco, per rendere almeno possibile la riparazione di questi dispositivi. A partire dal 2021, i produttori dovranno garantire che questi prodotti possano essere facilmente smontati e dovranno mettere parti di ricambio e informazioni di riparazione a disposizione dei riparatori professionisti. Le nuove norme dovrebbero essere adottate ufficialmente dalla Commissione europea a settembre o ottobre 2019.

Ma ci sono margini per fare molto di più.

Inoltre, ci sono già da subito gli strumenti e le possibilità per liberarsi dalla schiavitù dell’oligopolio di Big Tech. E al PeR si tiene proprio un workshop immersivo nel mondo LINUX/UBUNTU: portando il proprio Pc o Mac si avrà la possibilità di imparare in soli due giorni i segreti per la propria autosufficienza informatica e di scoprire una comunità composta da persone straordinarie, provenienti da tutto il mondo.

Imparare e applicare l’autosufficienza anche informatica fa parte delle libertà che ci consentono di fare un altro passo fuori dal “sistema”.

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