Oms: un milione di morti per esposizione al piombo. Sotto accusa le vernici

I dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sono sconcertanti: nel 2017 l’esposizione al piombo contenuto soprattutto nelle vernici avrebbe provocato 1,06 milioni di morti.

Ben 24,4 milioni sarebbero gli anni persi a causa di disabilità e morte causati dagli effetti a lungo termine sulla salute, in particolare nei paesi in via di sviluppo. 

Per questi motivi l’Oms ha annunciato che si concentrereà sull’eliminazione delle vernici al piombo, ancora ampiamente diffuse soprattutto per scopi decorativi, pur essendo disponibili alternative non pericolose per la salute.

Già nel 2011 era stata costituita l’Alleanza globale per l’eliminazione del piombo per promuovere l’eliminazione delle vernici al piombo nella produzione e vendita. Un obiettivo da raggiungere con apposite leggi dei singoli Stati e l’impegno è quello di arrivarci entro il 2020, anche se, sempre secondo l’Oms, a luglio 2019 solo 72 governi (su 194 stati membri) hanno preso misure di controllo stringenti contro le vernici al piombo. Rimane dunque ancora molto da fare.

«L’attenzione alla verniciatura degli ambienti è una pratica assolutamente da incoraggiare, in quanto le vernici non naturali tendo a rilasciare nell’ambiente domestico sostanze non gradite all’organismo per diversi anni dalla loro applicazione – spiega Alessandro Ronca, direttore scientifico del PeR, il Parco dell’Enrgia Rinnovabile – Al PeR, a partire dagli intonaci delle pareti, abbiamo utilizzato prodotti che pur non avendo costi elevati garantiscono la maggiore salubrità possibile degli ambienti. Abbiamo utilizzato intonaci traspiranti a base di calce idraulica naturale esenti da silicato tricalcico e alluminato tricalcico; per le vernici delle pareti abbiamo utilizzato pitture a base di silicati  di derivazione minerale, colorate con pigmenti naturali. Per le travature in legno abbiamo utilizzato pigmenti naturali per il colore e sali di Boro per il trattamento di protezione e in alcuni ambienti cera d’api».