Eolico senza speculazioni: si può!

A dirlo è un team di ricercatori delle Università del Sussex (Gran Bretagna) e di Aarhus (Danimarca) che, in una ricerca pubblicata sulla rivista «Energy Policy», svelano come l’Europa abbia un potenziale di sviluppo di energia eolica cento volte superiore a quella che è la produzione attuale. Addirittura, i ricercatori affermano che «l’energia producibile sul Vecchio Continente basterebbe ad alimentare la popolazione mondiale fino al 2050».

Afferma Benjamin Sovacool, docente di politiche energetiche all’Università del Sussex: «Il nostro lavoro non equivale a un progetto di sviluppo, ma vuole essere una guida per indicare ai politici quelle che sono le potenzialità ancora inespresse».

«I critici sosterranno che la fornitura intermittente rende l’energia eolica inadatta a soddisfare la domanda globale – aggiunge Peter Enevoldsen, ricercatore del centro per le politiche energetiche dell’ateneo di Aarhus – Ma anche trascurando quelli che saranno gli sviluppi della tecnologia nei prossimi decenni, già oggi abbiamo la possibilità di sostituire gran parte dell’energia proveniente dal carbone con un quantitativo pari e rinnovabile».

«Sono assolutamente d’accordo con l’espansione di questo tipo di energia rinnovabile – commenta Alessandro Ronca, direttore scientifico del PeR, il Parco nazionale dell’Enrgia Rinnovabile – ma con alcune “regolette”. Innanzi tutto, i generatori eolici sono venduti dalle industrie con margini di profitto troppo elevati rispetto ai reali costi di produzione, poichè gli incentivi che gli investitori ricevono o ricevevano erano tali da non incoraggiare un esame nel dettaglio dei rincari».
«Quindi, ritoccando i costi e proibendo l’acquisto a società speculatrici si potrà dare la possibilità solo a società cooperative di privati di poter realizzare impianti di generazione su determinati territori che dovranno “tollerare”  la presenza di queste torri; tutti gli abitanti di una determinata area intorno alla “fattoria” eolica dovranno ricevere l’energia elettrica almeno al 50% del costo di mercato. In questo modo gli incentivi non servirebbero solo a far guadagnare qualcuno, ma a migliorare la vita di tutti. FAir Tech Democracy!».